Paesaggi unici, sentieri suggestivi, natura incontaminata: il Nepal è tra le mete più apprezzate dagli appassionati del trekking, grazie alla sua particolare conformazione territoriale. Stato dell’Asia Meridionale, è perfettamente incastonato tra la Cina e l’India, posizionato proprio ai piedi dell’Himalaya.
È un piccolo gioiello, il Nepal. È ricco di fiumi che lo rendono accogliente, e che disegnano i suoi tipici terrazzamenti, i piccoli villaggi e i percorsi da fare a piedi, alla scoperta di una cultura unica e di una natura spettacolare.
La capitale Kathmandu è il cuore pulsante del Paese, il motore socioeconomico di una realtà che lentamente sta uscendo dalla crisi. Simbolo della città è il monumentale tempio di Swayambhu, un antico luogo di culto noto anche come “tempio delle scimmie”: salire i suoi 300 scalini di pietra regala un fantastico colpo d’occhio sulla città.
Ma non è solo terra di templi, questi. I viaggiatori arrivano qui soprattutto per un motivo: il trekking itinerante al campo base dell’Everest. Camminando tra i suggestivi sentieri della regione, ammirando quei paesaggi mozzafiato e immergendosi nell’incontaminata natura delle montagne, il viaggio sarà indimenticabile.
Il trekking al campo base dell’Everest, come l’Upper Mustang e il circuito dell’Annapurna, è identificato come grado C, fino a 5.545 metri di altezza. La vetta più alta da raggiungere è il Kala Patthar, tra le più belle dell’Himalaya. Punto meravigliosamente panoramico, è una “collina” a forma di bernoccolo tra i giganti da 8.000 metri. Nei giorni più tersi, da qui si gode di una vista incredibile sull’Everest, il Lhotse e il Nuptse.
Alla scoperta della meta più desiderata dagli escursionisti si cammina, in media, per 6 ore al giorno. Si avanza tra i più antichi monasteri buddisti del Paese, si vive la cultura locale sostando negli storici villaggi dello Sherpa fino a raggiungere il campo base. Tappa del trekking itinerante che non può mancare è il laboratorio scientifico della Piramide del CNR.
Il percorso al campo base dell’Everest è particolare rispetto ad altri itinerari di trekking per la presenza delle cosiddette “vette minori”. Il Makalu, l’Ama Dablam e il Lhotse sono mete affascinanti che incorniciano i pascoli di yak, gli ameni villaggi e i monasteri dove il culto di Buddha è il più sentito del Nepal. Di grande arricchimento culturale la possibilità di conoscere il vero buddismo tantrico, la vena tibetana degli Sherpa e il senso profondo dell’ascetismo. Elementi che trasformano l’itinerario in un trekking culturale (oltre che montano).
Il clima del Nepal viene suddiviso dagli esperti in tre fasce longitudinali: a Sud quella subtropicale, caldo-umida durante l’intero anno solare; al centro quella temperata, dove la temperatura è mitigata dall’altitudine; a nord quella alpina, caratterizzata da inverni rigidi, con temperature che decrescono con l’altezza, ma sempre sotto gli 0°C. Le piogge, di tipo monsonico, sono concentrate per l’80% tra fine maggio e metà ottobre.
Il periodo più adatto per il trekking in Nepal è da metà ottobre a metà dicembre oppure da marzo a inizio maggio, per evitare piogge monsoniche e clima ostile.
Il Nepal è facilmente raggiungibile tramite voli internazionali con scalo a Istanbul, a Delhi o a Muscat. I requisiti d’ingresso al momento sono passaporto valido e visto turistico, rilasciato all’aeroporto di destinazione.