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in Trekking Sull’Alpe della Luna

Il viaggio in auto verso Sansepolcro (località la Montagna) da cui partirà la mia escursione in trekking sull’Alpe della Luna, dura circa due ore e quaranta…giunto a circa metà strada decido però di fare una deviazione e di recarmi all’Eremo di Camaldoli. Man mano che si sale la crescente foresta di abeti che avvolge completamente la strada rende l’atmosfera sempre più mistica e, percorrendo quei tornanti penso che in un futuro non lontano tornerò sicuramente su questa strada ma sulle ruote della mia amata bici. Arrivato a 1111mt finalmente scorgo il Sacro Eremo, imponente nella sua semplicità. Parcheggio e incamminandosi verso l’ingresso mi trovo davanti ad una porta alquanto lugubre:é la “porta speciosa”(porta bella),un opera del maestro Claudio Parmiggiani,intrisa di spirito monastico eremitico. Nel battente di sinistra l’albero scavato, il teschio, il cranio del caprone, la pietra cimiteriale richiamano alla morte,mentre nel battente di destra l’albero e l’uovo simboleggiano la vita e la rinascita:nell’insieme un’opera molto solenne ed austera che sicuramente fa riflettere sul dualismo vita/morte.

Mi avventuro nell’interno ed entrò in un’altra dimensione,impossibile non restare sbigottito di fronte a tanta solenne spiritualità…dentro queste mura il tempo sembra scorrere secondo altre leggi fisiche,tutto si ferma!Ma guardando l’orologio mi rendo conto che nella realtà il tempo é trascorso, ed anche velocemente,devo andare. Mi fermo a Sansepolcro, giusto il tempo di un antipasto, una pizza, una birra e mi dirigo verso Montagna.

Arrivato al B&B Alla Battuta trovo ad accogliermi la titolare, Ofelia, una simpaticissima signora che mi mette subito a mio agio facendomi sentire come a casa;il posto é meraviglioso,completamente avvolto nel territorio circostante ed il piccolo appartamento messomi gentilmente a disposizione é un gioiello incastonato nella roccia…meraviglioso! Stanco per il viaggio decido di andare a letto e a farmi compagnia c’é solo il rumoroso silenzio della natura,impossibile non rilassarsi all’istante e cadere in un sonno profondo. Alle 06:00 suona la sveglia,metto tutto il necessario nel mio zaino e vado a fare colazione da Ofelia che mi fa trovare una buonissima crostata fatta in casa,caffè,spremuta di arancia,yogurt,brioche e tante altre cose…insomma,una colazione decisamente abbondante.Non contenta mi prepara anche una piadina con salame insalata e pomodorini del suo orto,nel caso mi venisse fame durante l’escursione…ci tengo a dirlo:questa donna é l’anima di questo posto!Inizio il mio cammino e mi addentro subito nel bosco:i massi di pietra ricoperti di muschio assumono forme inconsuete,a tratti sembra quasi di scorgere dei volti ed inevitabilmente la mia mente collega queste strane figure a dei Troll (esseri fantastici di cui le leggende popolari narrano da secoli).

Seguo le indicazioni sul Gps e trovo il sentiero che conduce a Monte Maggiore:inizio a salire,la pendenza non é proibitiva,ma il terreno é un po’ scivoloso a causa  della sua formazione in pietra.Ad un certo punto entro  in Un immensa faggeta,Un ambientazione veramente fiabesca,man mano che proseguo comprendo sempre di più l’unicità di questo luogo.Salgo ancora per un po’ e arrivo al bivio per Monte dei Frati:sono incerto sul da farsi perché il tempo sta peggiorando e non voglio avventurarmi troppo.A malincuore decido di proseguire direttamente per Montecasale,scendendo poi nuovamente verso Montagna.

Andando avanti il territorio alterna molto tra foresta e prati con erba alta e, nell’ultimo tratto (il passo delle Vacche), mi trovo a dover passare attraverso una ricca vegetazione che mi rende alquanto difficoltoso il proseguimento ,sopratutto per l’abbondante presenza di ortiche e rovi(ho commesso l’errore di indossare i pantaloni corti). Una volta superato questo ostacolo sbuco davanti ad un bivio e la segnaletica,che fino a quel momento era stata ineccepibile,improvvisamente diviene incomprensibile,per di più inizia a piovere ed inizia a formarsi la nebbia.In questi casi l’unica cosa da fare per ritrovare l’orientamento é prendere bussola e cartina e tornare alle vecchie maniere.Una volta orientatomi riprendo il cammino ma,ad un certo punto,i segnali del Cai scompaiono nuovamente.Faccio mente locale,torno indietro,controllo i calcoli pensando di aver sbagliato qualcosa,ma risulta che sto percorrendo la strada giusta…riprendo nuovamente il sentiero e ad un certo punto incontro un ragazzo del posto intento a far funghi; a questo punto approfitto e chiedo qualche informazione e viene fuori che la segnaletica al bivio non é corretta,che con i taglialegna in azione molti sentieri sono stati interrotti creando notevoli disagi agli escursionisti.Intanto il tempo sta peggiorando e Luca (questo il suo nome) si offre di accompagnarmi per un tratto,facendomi passare attraverso il bosco lungo un percorso alternativo non battuto che solo chi é del posto può conoscere con tanta familiarità.Mi da qualche altra indicazione e mi spiega per sommi capi la direzione da seguire.Per un po’ le indicazioni combaciano ma ad un certo punto il sentiero si interrompe nuovamente e mi trovo davanti una strada battuta dai trattori:non riuscendo ad identificare il punto di riallaccio del sentiero decido di seguire la strada.Piove a dirotto,il fango arriva fin sopra le caviglie e rende il percorso terribilmente scivoloso,cerco di attivare il Gps per capire dove mi trovo ma é bagnato e non funziona,il cellulare non ha campo,cado nel fango non so quante volte,sono fradicio ed inizio ad avere freddo! Ad un certo punto inizio a sentire dei rumori che indicano la presenza di attività umana,in lontananza vedo una strada asfaltata,dopo qualche metro mi rendo conto di essere arrivato a Montagna…non mi sembra vero!Mi dirigo stremato al B&B dove mi accoglie il marito di Ofelia,che viste le mie condizioni mi offre una doccia calda ed un ottimo caffè. Sono frastornato:é la prima volta che perdo l’orientamento ma,come si suol dire,ogni esperienza é un bagaglio acquisito. Non essendo riuscito a raggiungere Montecasale decido di andarci in macchina prima di ripartire per Livorno: raggiunto l’Eremo scendo lungo la scalinata in pietra ed entro per una breve visita:é bellissimo,un luogo costruito con mattoni di silenzio…a conti fatti questa escursione mi ha ricordato una cosa essenziale: é il percorso che conta,non la meta.

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