Il Trekking dello Stambecco
Il Trekking dello Stambecco
Il parco nazionale del Gran Paradiso é inequivocabilmente legato alla protezione dello stambecco. Nel 1856 infatti il Re Vittorio Emanuele II dichiarò queste montagne riserva reale di caccia salvando così l’animale dall’estinzione.
Fu però il nipote Vittorio Emanuele III,nel 1919,a cedere allo Stato i territori del Gran Paradiso indicando come condizione l’istituzione di un parco per la tutela della flora e della fauna alpina. Una leggenda narra che in un tempo lontano sui Monti di ferro giunse una tribù proveniente dal mare,in fuga dalla sua terra natia e in cerca di una nuova casa. Il loro capo,Salaxo,si recó dal Re degli uomini di ferro per chiedere se potesse stabilirsi con il suo popolo nel lembo di pianura che aveva scelto,ma gli fu risposto che soltanto il Re degli Stambecchi avrebbe potuto dargli tale permesso.
Determinato ad ottenere una sua terra Salaxo si avventuró nella parte più nascosta e inarrivabile del territorio e dopo giorni e giorni di cammino e incessante ricerca si trovó al cospetto del Re Stambecco. “Sono venuto per restare! Con o senza il tuo permesso!” Gli gridò brandendo la spada…”se sei un dio non ti temo e se sei solo un animale le tue corna saranno presto il mio trofeo!” Completamente indifferente alle sue parole,invece di attaccare o fuggire,il possente animale inizió a scalare tranquillamente il monte.
L’uomo sorpreso da questa reazione inizió a seguirlo affannosamente finchè lo vide svanire nella nebbia,ma deciso a portare a termine la sua missione non si arrese,riuscendo ad arrivare in vetta alla montagna;ciò che vide lo lasció senza parole,il panorama più bello che occhio umano avesse mai contemplato… “IL PARADISO!!!” esclamò… Alle sue spalle spuntó il Re Stambecco compiaciuto:l’umano aveva superato la prova,non si era arreso alle difficoltà della lunga scalata e si era lasciato conquistare dalla bellezza e la purezza del Suo Regno,togliendo la guerra dal cuore.
Salaxo tornó dal suo popolo con il permesso del Re e la promessa che sempre avrebbe protetto e preservato queste terre! Visitando oggi il Parco Nazionale del Gran Paradiso si ha la possibilità di entrare in contatto con una natura incontaminata e di vedere panorami che sembrano usciti da una favola antica.
DOLCI
Miele: I mieli locali prodotti all’interno del Parco sono il frutto della rigogliosa flora alpina tra cui la pianta di Rododendro dalla quale si ricava l’omonimo miele. Oltre al Rododendro ci sono i millefiori alpini, il castagno e i tigli di fondovalle.
VINO
SALUMI
FORMAGGI
Le strutture che utilizzeremo durante il nostro trekking nel parco nazionale del gran Paradiso sono ben sei caratteristici e accoglienti rifugi di montagna: come il Rifugio Mila, situato a 1500 metri sulle spendo del lago, dove potrete gustare i piatti tipici della loro tradizione ( pasta fatta in casa, affettati e formaggi a km zero e la tipica salsa chiamata Bagnet Verd: un esplosione di sapore) e il Rifugio Guglielmo Jervis, dove la gestrice Francesca delizierà i vostri palati con la famosa polenta concia (una specialità di tradizione storica, risalente ai primi monaci che si insediarono sulla montagna) e la sua celeberrima torta al cioccolato ( una bomba calorica che non dimenticherete mai).
Il sentiero si snoda prima sul pratone che in inverno diviene pista da sci, poi si inerpica nel bosco. Ai piedi dei tanti larici presenti si incontra un colorato tappeto di rododendri, mentre una serie di piccole costruzioni in pietra ormai abbandonate costellano tutto il percorso. Poco prima di arrivare alla meta saliamo allo splendido coll di nell con una vista spettacolare sulla isolata vallata sottostante. Giunti in prossimità del rifugio, spettacolare vista sulla cima delle Fasce
Oggi dal Piemonte arriviamo in Valle D’Aosta passando dallo splendido lago Sera e al Col de Nivolet. Oggi se saremo fortunati potremo vedere da vicino il re del parco, lo stambecco. Attraverso pascoli, praterie e rari sfasciumi rocciosi si affronta una pendenza notevole, fino a giungere al nostro rifugio in Valle D’Aosta poco dopo il Col del Nivollet
Prima di colazione ancora mentre albeggia per chi lo vorrà potremo fare una a dir poco meravigliosa escursione a 3084metri del Coll Leynir passando per i lago di Rosset. (10km, 520 metri dislivello positivo)
Tornati in rifugio, ci rifocilleremo facendo colazione, per poi incamminarci verso il Gran Collet, da dove il Gran Paradiso si mostrerà in tutta la sua bellezza.
Con una ripida e suggestiva discesa raggiungeremo la località di Pont dove si trova il nostro rifugio di stanotte, uno dei più belli di tutta la valle.
Cena e pernottamento in rifugio.
Oggi iniziamo ad avvicinarci alla “grande vetta”. Dopo un primo tratto in valle, attraversiamo un fitto e splendido bosco di larici e pini cembri, tra le cui fronde è possibile scorgere cince di diverse specie, scoiattoli rossi e udire il caratteristico canto delle nocciolaie.
Superato il casotto Lavassey si percorrono ancora alcuni tornanti prima di affacciarsi su una magnifica prateria alpina. Il limite degli alberi è ormai superato e la vista sulle cime circostanti è davvero mozzafiato. La traccia che si snoda al fianco del torrente scende poi fino al rifugio, visibile solo all’ultimo. Per quasi tutto il percorso il Gran Paradiso sarà davanti ai nostri occhi, quasi a darci il benvenuto.
Arriviamo per pranzo al rifugio Federico Chabod, dopo pranzo breve escursione alla ricerca degli stambecchi e dei camosci.
Cena e pernottamento in rifugio.
Oggi sarà una di quelle giornate che ricorderemo per tanto, la vetta del Gran Paradiso rappresenta il giusto finale di questo trekking di montagna. La sveglia sarà alle 3.30 di notte, dopo una buona colazione lasciamo il rifugio quando ancora è buio. Inizieremo a camminate verso Montandayné fino a raggiungere quota 3100 metri, per poi proseguire lungo la diagonale che passa sotto la base del Piccolo Paradiso e sotto la parete nord del Gran Paradiso. Da qui in poi inizieremo a camminare sulla neve e ci infileremo i ramponi ai piedi per proseguire in cordata lungo il ghiacciaio di Laveciau. La salita sarà lunga, ma vedere il sole sorgere sulle montagne è una emozione che non dimenticheremo mai.
In quattro ore incontreremo la famosa Schiena d’Asino, l’imponente dorso innevato dove s’incrocia l’altra via normale che parte dal rifugio Vittorio Emanuele II. Da qui l’ultima salita che porta alla statua della Madonnina posta sulla cima a 4016 metri
La discesa sarà ancora in direzione del rifugio Federico Chabod, dove arriveremo verso l’ora di pranzo.
Pernottamento e cena al rifugio Chabod
Dopo colazione saluteremo per l’ultima volta il Gran Paradiso facendo una splendida traversata, verso il rifugio Vittorio Emanuele (2775 metri), rifugio storico e di grande fascino. Da qui imboccheremo il facile e meraviglioso sentiero che dal Vittorio Emanuele II porta al torrente Savara. In due ore circa arriveremo alla località di Pont a (1834 metri) da dove inizieremo la salita che ci condurrà ancora una volta verso il Rifugio Savoia. Qui prenderemo il pulmino che ci porterà al nostro punto di partenza, dove abbiamo lasciato le macchine.
Cena e pernottamento in rifugio
Dopo Colazione ci daremo l’arrivederci al prossimo trekking.
Il nostro Tour Operator ha una convenzione con la compagnia assciurativa Axa e mette a disposzione di tutti i suoi viaggiatori una assicurazione Medico Bagagli inclusa ne prezzo del viaggio.
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No, in questo viaggio non è possibile avere la camera singola.