Se amate la tranquillità, il silenzio, il tempo che scorre lentamente, il rumore della neve sotto i voti piedi e una atmosfera da fiaba, allora vuol dire che siete dei tipi romantici ed il nostro trekking di Capodanno nelle foreste casentinesi è il viaggio giusto per voi. Foreste secolari completamente imbiancate, sentieri ricoperti dalla neve e l’atmosfera dei piccoli borghi appenninici nel cuore dell’inverno saranno solo alcune delle cose che caratterizzeranno il nostro cammino.
Un viaggio trekking itinerante di 5 giorni e 4 notti dove il tempo sembra essersi fermato, dove per raggiungere le le vette appenniniche sarà necessario indossare le ciaspole. Partendo dal paese di San Benedetto in Alpe, attraverso sentieri, foreste patrimonio dell’Unesco ed antiche vie percorse da viandanti e pellegrini, dopo 4 giorni di cammino arriveremo al suggestivo Eremo di Camaldoli immerso nell’abetina. Tra la Toscana e l’Emila Romagna c’è questo paradiso nascosto che noi andremo a scoprire.
«Le ripe della Penna, delle Cullacce, le vallette dei Forconali ecc., costituiscono altrettanti recessi inaccessibili, dove sarebbe facile conservare alla natura tutto il suo carattere senza alterazione alcuna nella flora e nella fauna. E questi piccoli parchi naturali, non che di danno alla foresta, potrebbero riuscire uno dei suoi più belli ornamenti ed oggetto di studio prezioso».
(Antonio Sansone, 1914)
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE
Il parco nazionale delle foreste casentinesi si estende nel mezzo delle due regioni Toscana ed Emilia-Romagna, più precisamente tra le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. La sua superficie, di circa 37mila ettari, è casa di numerosi sentieri, da percorrere a piedi ed anche in bici.
Essendo una zona protetta, non può essere facilmente attraversata in auto: ecco dunque che, il trekking, è la soluzione migliore per esplorare questo luogo. Basti pensare che sono 54 i principali sentieri percorribili a piedi: una vastità di scelta davvero interessante, che consente di organizzare straordinarie escursioni in gruppo oppure in solitaria. Se invece si preferiscono le due ruote, le alternative sono altrettante. Poco importa, se si è ciclisti esperti o semplici principianti: il parco nazionale delle foreste casentinesi ben si adatta ad ogni tipo di preparazione. E farà la gioia anche degli amanti della mountain bike.
Camminando lungo i sentieri, infatti, è possibile godere di alcuni tra i più bei panorami della Romagna e della Toscana. Inoltre, nei giorni più sereni, si possono scorgere i due mari e persino le Alpi.
Tra i percorsi più noti del parco nazionale delle foreste casentinesi vi è il Sentiero delle Foreste Sacre, che si articola in sette tappe da percorrersi in altrettanti giorni. Si parte dal lago di Ponte Tredozio e si arriva fino a La Verna, incamminandosi lungo un sentiero privo (o quasi) di contatti con la civiltà, immerso nell’ambiente catartico dei boschi.
Un altro itinerario particolarmente suggestivo è l’Alta via dei parchi, che parte da Cisa (in provincia di Parma) e arriva anch’esso alla rupe di La Verna. Da qui, poi, è possibile raggiungere l’eremo di Monte Carpegna, sito all’interno del parco Sasso Simone e Simoncello. Il percorso, diviso in 27 tappe e lungo 500 chilometri, passa per circa 10 province tra Toscana, Emilia-Romagna e Marche. Non è un trekking facile, se non si è ben allenati, ma la fatica è straordinariamente riparata: il meglio delle montagne appenniniche si mostra davanti agli occhi, e s’attraversano due parchi nazionali e ben cinque parchi regionali.
IL CLIMA
Trovandosi su di un territorio prevalentemente montuoso e boschivo, il caldo delle stagioni estive non arriva a farsi sentire troppo nel parco nazionale delle foreste casentinesi, mentre d’inverno è sempre bene portare con sé una giacca pesante date le basse temperature.
La neve riveste i sentieri, nei mesi più freddi, ma il parco non si ferma. Anzi: vengono quotidianamente organizzate escursioni con le ciaspole, della durata anche di più giorni.
COME ARRIVARE
Per chi arriva in auto, in base al sentiero prescelto è possibile fermarsi a Barberino del Mugello, Firenze e Arezzo per la parte toscana; oppure Faenza, Forlì e Cesena per la parte romagnola.
Si può accedere al parco anche tramite treni che partono da Bibbiena, Poppi, Pratovecchio e Stia se si intende visitare il versante casentinese, dalla stazione di Pontassieve e Contea-Londa se si punta al versante mugellano, da Faenza, Forlì e Cesena se la propria destinazione è la parte romagnola.
In alternativa, dalle città sopra indicate partono numerosi autobus che arrivano al parco in tutta sicurezza.
Le strutture che utilizzeremo durante il nostro trekking nel parco nazionale delle sacre foreste casentinesi sono piccoli e comodi alberghi a conduzione familiare dove gusteremo deliziose e abbondanti cene a base di prodotti tipici. Le sistemazioni saranno in camere doppie con bagno in camera.
Il Casentino è noto in tutto il mondo per le sue specialità enogastronomiche e dopo una lunga camminata al freddo niente rifocilla di più di un buon piatto di pasta fatta in casa. Il gestore dello Chalet la Burraia è un ex pastaio e sua moglie un eccellente cuoca, un binomio perfetto che ci regalerà una serata davvero indimenticabile:
Il tortello di patate: è il piatto simbolo dell’alto Casentino e in particolare del comune di Pratovecchio Stia. Gli ingredienti sono patate, preferibilmente di montagna a pasta bianca e farinosa, rigatino, prezzemolo, aglio, noce moscata, scorza di limone, parmigiano, uova, sale e pepe.
Il “Tortello alla lastra”: è una specialità gastronomica tipica della montagna tra Romagna e Toscana. I Tortelli alla lastra si preparano impastando, sulla spianatoia di legno, la farina di grano tenero con l’acqua e il sale. Il ripieno viene preparato con patate lesse, condite con un sugo vegetale.
Il pane dei poveri”: è una polenta fatta con la farina di castagne. Spesso si mangia accompagnata con ricotta, raviggiolo, salsiccia o sambudello.
Scottoglia: È uno stufato, la sua originalità sta nel fatto che per la sua preparazione vengono usate molte carni. Più tipi di carni vengono usate e più il piatto viene buono. È anche detto “caciucco di terra”, “caciucco di carne” o “caciucco del casentino”.
Le strutture che utilizzeremo durante il nostro trekking nel parco nazionale delle sacre foreste casentinesi sono piccoli e comodi alberghi e uno chalet di montagna a conduzione familiare dove gusteremo deliziose e abbondanti cene a base di prodotti tipici. Le sistemazioni saranno in camere doppie o triple con bagno in camera.
Ritrovo in tarda mattinata a San Benedetto in Alpe dove, dopo esserci sistemati in hotel, faremo una meravigliosa escursione alla cascata dell’Acquacheta: Il risalto roccioso che il “sommo poeta” citò nel canto XVI dell’Inferno.
Il paese di S. Benedetto ha origini molto antiche, si è sviluppato intorno all’abbazia Benedettina della quale rimane la cripta, la torretta difensiva e parte delle mura esterne.
Oggi inizieremo ad attraversare il Parco Nazionale. Dal paese di S. Benedetto raggiungeremo il crinale del M.te Bucine (1048m), da dove proseguiremo alla volta di Castel dell’Alpe, attraversando un’ampia vallata molto selvaggia, passando dalla Toscana all’Emilia Romagna. Il nostro lento cammino proseguirà attraverso splendidi boschi fino al minuscolo villaggio rurale di Fiumicello, dove di trova il molino ad acqua Mengozzi perfettamente ristrutturato.
A cena ad attenderci prelibatezze della cucina emiliana con il cenone di capodanno.
Dopo colazione lasceremo il piccolo borgo di Fiumicello per risalire fino alla Colla di Pian di Mezzo 1029m, con panorami mozzafiato sulla foresta di abeti. Attraverso lunghe dorsali e ampie radure arriveremo al rifugio Fontanelle posto in un’ampia abetina alle pendici del monte Falco. Il bosco si farà sempre più fitto fino alla vetta del monte Falco da dove volendo potremo raggiungeremo il monte Falterona. Nel pomeriggio giungeremo ai bellissimi prati di montagna della Burraia. Le Burraie sono un antico alpeggio dove venivano portati numerosi capi di bestiame per la produzione del latte e dei suoi derivati. 
Saremo ospiti di uno chalet sperduti nei fantastici boschi di queste zone, dove avremo la fortuna di assaggiare la cucina tipica emiliana, con piatti preparati ancora secondo le antiche ricette.
Oggi esploreremo i boschi intorno alla burraia, spingendoci nel cuore della foresta percorrendo magnifico sentieri, dove se necessario useremo le ciaspole. Nel pomeriggio rientreremo nel nostro chalet per la cena
Ambiente: paesaggio montano; attraverseremo la fascia di vegetazione del Faggio, incontrando praterie di crinale, Abetine e boschi misti. Neve permettendo oggi potremo usare le ciaspole
Oggi ad attenderci una tappa rilassante e molto suggestiva allo stesso tempo. Ci dirigeremo verso il Passo della Calla, che collega le valli di Bidente e dell’Arno. Anticamente in questa zona l’Appennino era valicato solo da mulattiere e dalle ‘vie dei legni’, così chiamate perchè servivano per trasportare il legname in Casentino, dove veniva ‘fiumato’ in direzione di Firenze. Percorrendo l’affascinante sentiero 00, attraverseremo la riserva integrale di Sassofratino per arrivare all’eremo di Camaldoli. Questa importantissima riserva mantiene inalterata la sua bellezza da moltissimi secoli, si narra che in questi boschi non sia mai stato tolto nulla alla foresta. Arriveremo ad uno dei luoghi più mistici di tutto il Casentino, l’eremo di Camaldoli, circondato dalla magia del bosco di abeti bianchi, per poi proseguire attraverso la foresta verso il paese di Camaldoli. Dopo pranzo trasferimento con minibus (2h circa) a San Benedetto in Alpe per riprendere le proprie macchine.
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No, in questo viaggio non è possibile avere la camera singola.