Gli Eremi più belli della Toscana
Visitando la Toscana è impossibile non rimanere affascinati dalla mistica bellezza dei numerosi eremi che ne presidiano il territorio, custodi silenziosi di una millenaria conoscenza e coscienza religiosa.
Rigorosamente abbarbicati su sperduti cucuzzoli di montagna o avvolti dalle verdeggianti braccia di una fitta foresta la loro fondamentale e imprescindibile caratteristica è l’apparente inaccessibilità!
Raggiungere un eremo è spesso un’avventura: basta pensare al santuario del Sacro Speco di Subiaco presso Roma soprannominato “nido di rondine” proprio per esprimere la posizione inaccessibile, costruito quasi interamente nella roccia del Monte Taleo.
Oppure la Sacra di San Michele in Val di Susa raggiungibile attraverso quello che viene definito lo “scalone dei morti” (e già basterebbe a far capire quanto possa essere dura la salita) oppure, per i più temerari, attraverso la via ferrata che parte ai piedi del monte Pirchiriano.
A Lucca e più precisamente in Garfagnana lungo la strada che porta al paese di Vergemoli si erge l’Eremo di Calomini costruito ovviamente su un dirupo in uno scavo ricavato sulla facciata del monte raggiungibile attraverso una strada stretta e impervia.

Tra le varie regioni d’Italia la Toscana con il suo territorio assai diversificato sembra essere particolarmente votata alla vita eremitica.
Sono infatti moltissimi i santuari presenti nella zona ed è facilissimo, durante un trekking, imbattersi in qualche edificio un tempo votato alla realtà ascetica o costruito per ricordare ed onorare il passaggio di un Sant’ uomo.
Viene da pensare al Sacro eremo della Casella, ovviamente posto in cima ad un monte a 1300 mt raggiungibile attraverso una fitta foresta, edificato in onore di San Francesco che qui si fermò dopo aver ricevuto le stigmate: una piccola costruzione rustica ed essenziale immersa in un grande prato accoglie i camminatori stremati dalla lunga salita, donando improvvisamente una sensazione di benessere e conforto, il tutto preservato da una cupola di silenzio.
Da qui voltandosi verso nord è possibile scorgere uno dei più famosi eremi della Toscana, il Santuario della Verna luogo in cui San Francesco di Assisi ricevette le stigmate nel 1224.
Ripercorrere i passi del Santo attraverso la grande foresta sacra ed arrivare al grande santuario camminando lungo i suggestivi sentieri, ha sicuramente un fascino particolare ma non necessariamente legato alla religione, si può vivere a pieno questa esperienza anche senza l’apparentemente inevitabile misticismo.
Il fascino di questi luoghi ha conquistato gli esseri umani fin dai tempi più antichi, molto prima che arrivassero i cristiani, ispirando culti pagani di ogni sorta.
Secondo gli ultimi ritrovamenti archeologici avvalorati anche dagli scritti di Padre Salvatore Vitale (un francescano del 1600) lo stesso santuario sorgerebbe sopra un antichissimo luogo di culto dedicato alla Dea Laverna, divinità delle tenebre e della morte, protettrice dei ladri e dei briganti, talmente oscura che i suoi luoghi di culto spesso erano caverne e anfratti bui, come il Sasso Spicco oggi da tutti conosciuto come La Grotta dell’Angelo, un contrasto abbastanza stridente.

“Chi ha visto la Verna e non Cerbaiolo, ha visto la madre ma non il figliolo” recita un vecchio detto popolare, questo perché l’eremo di Cerbaiolo è, seppur più piccolo, molto simile come struttura e posizione al più celebre Santuario della Verna: pesantemente compromesso dai bombardamenti tedeschi del 1944 fu completamente restaurato da Suor Chiara, un’eremita dell’Ordine di Santa Elisabetta.
Dopo la morte della donna venne abitato da un asceta devoto alla meditazione e quindi chiuso ai visitatori, soltanto nel 2019 grazie all’intervento e l’impegno dei volontari ha riaperto i battenti ed è possibile visitarlo.
Molto bello e suggestivo è anche l’eremo di Camaldoli situato all’interno del parco nazionale delle Sacre Foreste Casentinesi, nella cappella dedicata al suo fondatore san Romualdo è custodita una pietra con le impronte delle sue mani e dei suoi piedi: la leggenda narra che durante una disputa col Diavolo la pietra si fece morbida per permettere al santo di aggrapparvisi evitando così di essere spinto giù da un burrone.
Come dicono gli anziani dei piccoli paesi “ci son più eremi in toscana che ghiande su una quercia” ed effettivamente è vero, ce ne sono veramente tanti e ognuno con una sua storia da raccontare e un segreto da rivelare, grandi o piccoli che siano hanno tutti un fascino ammaliatore al quale è impossibile resistere e non importa quanto sarà dura la strada che porterà alla loro conquista…ne varrà sempre la pena.
