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La Toscana Medievale – I Borghi di Vico Pancellorum e Limano

Vista dall'alto del Balzo nero durante il weekend Maldavventura

La Toscana Medievale – I Borghi di Vico Pancellorum e Limano

La Toscana medievale – Vico Pancellrum. Non so voi ma io ho sempre subito il fascino dei piccoli paesi antichi, mi ricordano tanto le palle di vetro che si trovano nei negozi di souvenir, quelle con la neve dentro per capirsi! Li guardi da lontano e sembrano piccoli presepi inerti prigionieri di un mondo perfetto, ma una volta al loro interno è come se qualcuno mettesse a testa in giù la palla di vetro che li contiene creando un’atmosfera magica e surreale.

In Toscana di questi piccoli capolavori ce ne sono tantissimi, ognuno con la sua storia da raccontare e spesso è una storia importante, nascosta nelle piccole crepe delle case fatte di pietra, nelle chiese o nel nome stesso che, il più delle volte, cela aneddoti pittoreschi.

Girovagando per la Garfagnana, un’area storico-geografica in provincia di Lucca, mi sono imbattuto in un proverbio molto conosciuto nella zona che ha sollecitato la mia curiosità…“Lucchio, Limano e Vico, tre paesi che non valgono un fico”…spinto dalla mia inguaribile sete di avventura mi sono lanciato alla scoperta di questi tre paesi arroccati sui colli appenninici, ormai quasi disabitati e ho scoperto cose che non sarei riuscito neanche ad immaginare.

Limano, detta anche “la silenziosa” si erge in cima alla collina sul versante destro del torrente Lima da cui prende evidentemente il nome visto che fu eretta proprio in sua difesa. Ci sono documenti risalenti all’anno 800 che ne attestano l’esistenza e nel 1200 divenne feudo della potente famiglia dei Suffredinghi anno in cui gli anziani del paese, al tempo punto nevralgico della vita politica, prestarono fedeltà a Lucca giurando di proteggere il torrente dalle incursioni fiorentine.

Camminare per le piccole vie del borgo, immersi in un silenzio quasi irreale è un’esperienza bellissima e indescrivibile, ma è stato addentrandomi nel bosco circostante che ho avuto la sorpresa più grande: il sentiero circondato da alberi secolari sale fino a raggiungere una parete verticale composta da pietre di vari colori, a 880 metri di altezza, completamente ricoperta di incisioni rupestri risalenti ad epoche antichissime. Gli abitanti del luogo asseriscono addirittura che siano risalenti al culto dell’ antica Dea Madre.

Mi viene da pensare a come la natura selvaggia abbia forgiato gli abitanti di questi luoghi attraverso i secoli e a come queste incisioni siano il loro lascito imperituro per noi uomini moderni spesso troppe volte dimentichi delle nostre origini selvatiche.

Lucchio, detta anche “l’inespugnabile” è un piccolissimo paese talmente arroccato da sembrare irraggiungibile! Oggi è quasi completamente disabitato, ma addentrandomi nelle minuscole stradine mi sono imbattuto in un’anziana signora che vedendomi particolarmente interessato è stata ben felice di raccontarmi qualche aneddoto interessante (per come la vedo io non c’è libro di storia che regga il confronto con gli anziani del paese)…uno mi ha divertito particolarmente e rende bene l’idea di come questo paese sia oltremodo scosceso: dice che le vecchie massaie appendevano un sacchetto alla coda delle proprie galline per evitare che le uova rotolassero giù dalla terribile parete verticale su cui sono costruite le casette.

In cima al paese è ancora ben visibile una parte dell’antico fortilizio edificato dalla Contessa di Canossa, il panorama da lassù è da togliere il fiato e fa ben capire come questo minuscolo agglomerato di case fosse praticamente intoccabile per i nemici.

 Vico Pancellorum, detta anche “la misteriosa” è forse il paese che fin da subito ha attratto maggiormente la mia attenzione e dopo quello che ho scoperto direi che avevo visto giusto! Secondo la leggenda il paese fu fondato dai fratelli Pancelli (da cui il nome), due esuli da Roma con cui gli abitanti godevano di numerosi scambi commerciali e da cui presero alcune inflessioni linguistiche…MA?!…si, c’è un MA: a Vico si parla una lingua vera e propria, non un dialetto capiamoci bene, l’ Arivaresco, così chiamata perché inventata dagli Arivari (così venivano chiamati gli stagnini).

Fino alla metà del Novecento questi ultimi si recavano nelle varie regioni per stendere lo stagno dentro pentole, paioli etc…per riparare le toppe, ma spesso accadeva che imbrogliassero e usassero la cera e per non farsi capire dagli altri si inventarono un linguaggio tutto loro. La cosa mi ha fatto molto divertire e facendo una ricerca ho poi scoperto che i Vichi parlano ancora oggi questa lingua e la insegnano ai loro figli. Lungo la strada principale che conduce al paese antico ci si imbatte nella piccola ma maestosa Pieve di San Paolo…e qui il mistero si infittisce!

Mai avrei pensato di trovarmi a Vico Pancellorum e parlare di Cavalieri Templari…già, perché sul portale d’ingresso sono ben visibili immagini particolarmente simboliche riconducibili al sacro ordine cavalleresco: un crocifisso, un albero della vita, un cavaliere che impugna una spada, una scacchiera e la Madonna seduta sul trono!

Fior di studiosi stanno cercando da anni di decifrare questo strano rebus allegorico ma non ci sono ancora riusciti e francamente spero non ci riescano ancora per molto tempo: un mistero è bello ed affascinante finchè resta tale, è ciò che ti permette di viaggiare con la fantasia.

La natura intorno a Vico è pura bellezza: grandi e profondi canyon attraversati da piccoli torrenti di acqua limpida e fresca, il bosco di querce incontaminato e selvaggio e l’imponente Balzo Nero che con il suo inconfondibile cappello di breccione scuro spicca sulle rocce calcaree bianche come neve: proprio per la sua conformazione l’intera riserva naturale si è aggiudicata il soprannome di Dolomiti della Val di Lima.

Alla resa dei conti la famosa frase citata all’inizio proprio non regge e a questo punto mi faccio portabandiera di questi tre meravigliosi paesini citando la risposta che i Vichi sono soliti dare all’ingiurioso proverbio lucchese…”Vico, Lucchio e Limano; TOGLI IL CAPPELLO E TIENILO IN MANO!”

Video dell’escursione a Vico Pancellorum

 

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