Lassù, nascosto sulle Alpi Apuane , preservato dal bosco di castagni, isolato dal resto del mondo in continuo mutamento, tenacemente sospeso in un tempo perduto, riposa paziente il paesino di Col di Favilla.
Tre case e una chiesa ormai sconsacrata è tutto ciò che resta di un paese che un tempo, fino al secondo dopoguerra, brulicava di persone operose dedite alla pastorizia, alla produzione del carbone e all’estrazione del tannino dalle castagne.
L’ultimo parroco del paese, Don Cosimo Silicani, era noto per essere molto ospitale con gli alpinisti di passaggio, fu artigiano e storico della piccola comunità e nel 1910 fece costruire la meridiana sulla chiesa di S.Anna, la più alta di tutta la Toscana.
Dopo i disdicevoli atti vandalici compiuti nel tempo la chiesa fu restaurata nel 1979 e nel 1983 vi fu affissa una stele che ricorda con una preghiera il buon parroco.
Camminare in questo luogo e sbirciare all’interno delle abitazioni procura sentimenti contrastanti che oscillano tra meraviglia e malinconia: un esperienza unica e indimenticabile.
Non lontano da Col di Favilla, sulle rive di un piccolo lago, circondato dal bosco di castagni e dalle alte montagne, c’è un paese fatto di casette di pietra e tetti di ardesia; poggiato sulle antiche rovine di un ospizio medievale, il piccolissimo paese di Isola Santa, un tempo abbandonato, è stato recentemente ristrutturato e trasformato in albergo diffuso.
E’ un piccolo angolo di Paradiso immerso nella natura, una finestra sul tempo che catapulta il visitatore in un epoca passata ma tenendolo ancorato al presente.