Secondo la nostra filosofia tradizionale, la terra non appartiene a nessun individuo: appartiene ai morti, ai vivi e a coloro che non sono ancora nati, ha dichiarato il masai Joseph Ole Simel.
Vorrei raccontarvi una storia che mi ha narrato una guida Masai. Una leggenda Masai racconta che uno sciacallo stremato dalle fatiche cui lo obbligava la continua ricerca di cibo, si avvide, avvicinandosi a un villaggio, che gli uomini di notte lasciavano fuori dalle protezioni gli avanzi di cibo; pertanto notte dopo notte si recava al villaggio e si nutriva abbondantemente e poteva così assicurare anche il cibo ai suoi piccoli che lo aspettavano nella tana.
Gli uomini si accorsero che l’animaletto veniva ogni notte e ritennero utile la presenza di questo spazzino e cominciarono a lasciare aperto il villaggio; lo sciacallo prese confidenza ed entrando si accorse di potere avere facile accesso al cibo e all’acqua e decise di restare. Dopo un po’ di tempo però iniziò a sentire nostalgia della savana e fuggì.
Incontrò i suoi simili e questi vedendolo così ben nutrito gli domandarono dove fosse stato e cosa avesse fatto; lo sciacallo raccontò di avere vissuto con gli uomini e della vita facile che aveva fatto senza più dovere penare per trovare cibo e acqua. Gli amici si stupirono e furono felici per lui, ma uno di loro guardandolo gli domandò cosa fossero i segni che aveva sul collo e lo sciacallo rispose ” di giorno mi mettevano una catena al collo e mi legavano a un palo “allora gli altri sciacalli gridarono” vergogna. è molto meglio faticare e lavorare duramente e anche patire la fame piuttosto che perdere la libertà”
PURTOPPO CI SI ACCORGE SPESSO TROPPO TARDI DI AVERE PERSO LA LIBERTA’
La vita sociale dei Masai ha una struttura patriarcale e gli anziani hanno potere decisivo assoluto per quanto riguarda gli affari comunitari.
Sono stati semi-nomadi per generazioni: seguivano le piogge stagionali dell’Africa orientale e spostavano le loro mandrie da un luogo all’altro per permettere all’erba di ricrescere. Il loro stile di vita era reso possibile da una gestione comunitaria della terra, che garantiva a tutti libero accesso all’acqua e ai terreni da pascolo.
L’allevamento ha sempre giocato un ruolo centrale nelle loro vite. La ricchezza di un uomo viene ancora oggi valutata in termini di bestiame e figli; individui, famiglie e clan stringono legami intimi regalandosi o scambiandosi capi di bestiame. Allevano non solo bovini, ma anche capre e pecore.
Carne cruda, latte e sangue animale erano la base dell’alimentazione tradizionale. Negli ultimi anni sono diventati più dipendenti anche da alimenti come il mais, il riso, le patate e il cavolo.
Sono monoteisti e credono in Enkai, dio che si rivela con colori diversi secondo l’umore. Narok, il dio nero quando bonario; Nanyokie, dio rosso quando irritato. La vera natura di Dio è difficile da capire, perché Dio è parnumin, Dio di tanti colori…cioè una realtà complessa. Oggi gran parte dei Masai è cristiano.