Orientarsi nell’era moderna è semplice, basta avere un telefono cellulare e grazie ad una serie innumerevole di applicazioni possiamo avere in un secondo posizione, percorso e destinazione senza neanche pensarci su, in poche parole abbiamo il mondo in un “clic”. Decidiamo di fare un viaggio e basta cercare su internet una destinazione per avere tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno, ma ricordate quanto era emozionante quando al posto di uno sterile Pc prendevate il caro vecchio mappamondo ed iniziavate a girarlo in cerca di una meta?! In quel giro del mondo immaginario c’era una destinazione che spesso solo il caso avrebbe deciso, quante volte avete girato il planisfero con gli occhi chiusi e l’indice puntato dicendo a voi stessi “dove si ferma il dito vado” …e a volte i viaggi più belli sono nati proprio così.
I Mappamondi hanno da sempre un fascino speciale ,a Vienna esiste un Museo che ne espone più di 600, di varie epoche e dimensioni e provenienti da ogni dove, un vero spettacolo per gli appassionati del genere; visitandolo viene da riflettere su come l’uomo abbia cambiato la sua visione del mondo negli anni grazie a nuove conoscenze scientifiche e geografiche, non dimentichiamoci che furono i Greci nel III secolo a.C a scoprire che la terra era una sfera e non un disco piatto. Per non parlare poi delle coordinate… se non fosse stato per i Vichinghi probabilmente la scoperta dell’Islanda o della Groenlandia sarebbero avvenute con notevole ritardo: secondo la mitologia norrena all’inizio del tempo il gigante Ymir fu ucciso e il suo corpo fu usato da Odino per creare la terra, il suo cranio fu trasformato nel firmamento e a sostenerlo furono posti quattro nani di nome Nordi, Sudri, Austri e Vestri ovvero i punti cardinali che noi oggi conosciamo come Nord, Sud, Est e Ovest.
Il mappamondo più antico del mondo chiamato Erdapfel (mela terrestre) fu realizzato da Martin Behaim nel 1492, ma non include le Americhe perché Cristoforo Colombo tornò in Spagna solo nel 1493 ed è proprio per questo sfortunato ritardo che nel 2012 ha perso il suo primato cedendolo ad un altro mappamondo divenuto in seguito famoso anche per altri motivi… il professor Misinne, durante una fiera cartografica, notò questo piccolo globo e decise di acquistarlo…non avrebbe potuto prendere decisione più saggia! E’ composto da due parti di uovo di struzzo saldate tra loro, al suo interno un peso addizionale che lo fa rimanere fermo una volta posto su un piano (non ha bisogno di sostegni esterni, si può tenere sul palmo di una mano), la rappresentazione cartografica è impeccabile, la raffigurazione dei rilievi e il gioco dei chiaro scuri è sicuramente frutto della mano di un grande artista, la calligrafia è quella di un mancino, lo stile della scrittura è inconfondibile: l’autore di questo piccolo capolavoro non può essere che lui, Leonardo da Vinci!
Fin dall’antichità l’uomo ha sempre avuto la necessità di rappresentare il mondo circostante, descrivendo il territorio o memorizzando una rotta, forse per sentirsi parte oggettiva di un qualcosa che percepiva come apparentemente infinito: l’esempio più antico ha 2600 anni e ci arriva direttamente dalla Mesopotamia, una tavoletta di argilla che rappresenta il centro degli imperi Sumero, Babilonese e Assiro, in cui è meticolosamente raffigurata anche la famosa Babilonia, ma il mistero si infittisce se pensiamo che probabilmente è la riproduzione di una carta molto più antica risalente addirittura al IX secolo a.C.
La storia della cartografia è ricca di scoperte incredibili, molte delle quali risultano per certi versi ancora inspiegabili, una fra tutte la Mappa del turco Piri Reis disegnata sulla pelle di una gazzella nel 1513: la sua particolarità sta nel fatto che raffigura la costa settentrionale dell’Antartico, cosa c’è di strano direte voi…di strano c’è il fatto che l’Antartico è stato scoperto soltanto nel 1820 e per di più viene raffigurata priva di ghiacci, situazione che dovrebbe risalire a 6000 anni fa, è decisamente un grande mistero! Altra singolarità di questa misteriosa mappa è la tecnica utilizzata, sembrerebbe infatti che tale metodo sarebbe stato scoperto solo cinquant’anni dopo la sua creazione. Un’altra mappa alquanto ambigua è quella disegnata da Oronzio Fineo nel 1531, anch’essa rappresentante l’Antartide come una terra rigogliosa ricca di pianure, alberi e fiumi, tutt’altro che ricoperta di ghiaccio. Queste antiche mappe contengono una lunga serie di misteri ai quali gli studiosi stanno cercando di dare risposta da anni, chissà che ci riescano…intanto noi prendiamo il nostro mappamondo, iniziamo a girarlo, puntiamo il dito e…