Dopo un breve tragitto in auto, da Livorno meno di un’ora, arrivo a Metato, parcheggio,metto le scarpe da trekking, controllo di avere tutto il necessario nello zaino ed inizio a guardarmi intorno. Decido di iniziare la mia escursione passando proprio dalle piccole vite del Borgo e resto immediatamente esterrefatto: un piccolo gioiello di architettura Montana, sviluppatosi nel corso del XVIII secolo ha mantenuta intatta la sua genuinità, la vista è tra le più suggestive mai incontrate,da un lato si apre sul mare dall’altro la vetta del Monte Prana domina tutta la valle. Uscito da Metato il primo tratto di cammino é asfaltato ma completamente immerso nel verde,gradevole seppur abbastanza faticoso; dopo appena 2km L’asfalto lascia il posto al sentiero boschivo e la vetta inizialmente tanto lontana sembra sempre più vicina. Per un lungo tratto la Faggeta accompagna il mio cammino e aprendosi ogni tanto mi regala scenari da cartolina:alla mia sinistra una finestra sul Monte Altissimo,il Monte Matanna,Paina della Croce e in lontananza un edificio abbandonato,il rudere della chiesetta di Campo all’Orzo,alla mia destra la famosa Croce del Monte Prana. Man mano che il dislivello aumenta la vegetazione intorno a me cambia,il bosco di Faggi lascia il posto ad una zona prativa che mi accompagnerà fino alle pendici del monte, dove il territorio cambierá nuovamente. Gli ultimi km sono i più duri,ma non eccessivamente impegnativi, per di più, non essendoci zone esposte, ho modo di fermarmi ogni tanto e godermi il panorama. Avvicinandomi noto che un elicottero sta sorvolando la vetta e che intorno alla croce si sono riunite varie persone, incuriosito accelero il passo ma quando mancano solo pochi metri l’elicottero si alza in volo portandosi via la croce e il mio amato cappellino(compagno di tante escursioni)…tanta fatica per raggiungerla e la vedo letteralmente volar via. Giunto in vetta davanti alla base di cemento vuota i membri dell’Associazione Amici della Montagna, giunti sul posto per assistere allo spettacolare trasporto, mi spiegano che il 1 Luglio ricorre il cinquantesimo anniversario dell’apposizione e che la croce é stata portata via per essere restaurata. Un pò deluso ma comunque appagato per aver raggiunto la vetta e per aver assistito ad uno spettacolo unico ed emozionante inizio la discesa verso Campo all’Orzo, voglio andare a visitare le due Baite che occasionalmente possono dare accoglienza ai tanti forestieri. Mi incammino verso Baita Barsi, il sentiero per raggiungerla é molto bello, immerso nel bosco, molto rilassante, ad un certo punto trovo una lunga scalinata che mi conduce alla Baita ma non trovo nessuno ad accogliermi, é chiusa; decido comunque di concedermi una pausa caffè…ma la mia Moka fa i capricci ed esplode, non é giornata!…cerco di ripulire alla meglio il caos causato dal piccolo inconveniente e amareggiato riprendo il cammino. Dopo un breve tragitto seguendo un sentiero lungo un bellissimo prato entrò in una foresta di Ontani e sento delle voci in lontananza: sono arrivato a Baita Verde dove trovo i membri dell’Associazione Amici di Campo all’Orzo che stanno allegramente mangiando e mi accolgono subito a braccia aperte offrendomi cibo, vino, caffè…insomma tutto quello hanno a disposizione! Dopo una serie di sfortunati eventi essere accolto da questi simpatici ed ospitali Signori é proprio ciò di cui avevo bisogno; completamente rifocillato inizio il percorso di ritorno ed uno dei membri dell’associazione, il Sig Carlo, decide di tornare con me…inutile dirlo, non si conosce mai veramente un luogo se non lo si visita con un anziano del posto! Scendendo verso Metato Carlo mi conduce attraverso sentieri sconosciuti non segnalati nelle cartine ufficiali: una vecchia mulattiera, un sentiero detto “la Viperaia” che lui attraversa con estrema disinvoltura (io un po’ meno visto che durante il cammino mi ero già imbattuto tre volte in questi sfuggenti rettili), un altro sentiero che passa dietro alcune abitazioni di cui lui ovviamente conosce i proprietari perché, come accade in questi luoghi, TUTTI CONOSCONO TUTTI. Sbuchiamo a Metato e ripercorriamo a ritroso le strade del piccolo borgo, ci fermiamo al circolo ACSI “il Fondaccio”(voglio offrire qualcosa da bere a questo signore tanto gentile che mi ha accompagnato nel mio viaggio di titorno) scambiamo altre sue parole in compagnia del gestore del circolo che come spesso accade in questi piccoli agglomerati offre più servizi: Bar,Tabacchi e Ristorante…sfogliando il Menu ricco di piatti tipici non nego che mi sarei volentieri trattenuto per cena…Dopo aver calorosamente salutato il mio nuovo vecchio amico Carlo mi dirigo alla macchina e come sono solito fare dopo le mie escursioni rivivo mentalmente la giornata…che dire:un’esperienza molto appagante sia dal punto di vista spirituale che paesaggistico, questo angolo Apuano così riservato, meno ingombrante rispetto ai sui fratelli maggiori non ha deluso le mie aspettative.